Cultura moderna e spirito critico-scientifico nella storia italiana – Prof. Fabio Minazzi
L’Italia costituisce un paese ad alto tasso di corruzione. La corruzione costituisce del resto un tratto uniforme e comune che caratterizza anche differenti Governi che hanno guidato – nel corso dei
secoli – il nostro Paese. Fin dalla fondazione dell’Unità d’Italia nel corso dell’Ottocento non sono infatti mancati scandali ed episodi di grave corruzione. Anche durante la cd. belle époque non sono mancati episodi di altrettanto grave corruzione. Questo tratto corruttivo si è poi approfondito all’inverosimile durante il ventennio della dittatura fascista che ha rubato e succhiato soldi e beni a più non posso in ogni settore della vita del nostro paese. Anche dopo la caduta militare del fascismo, con la nascita della prima Repubblica, la corruzione non è affatto scomparsa per infine
celebrare – naturalmente a rovescio – il suo trionfo durante la recente stagione di Tangentopoli. Né basta: questo quadro che già risulta essere molto “nero” ed assai problematico si rabbuisce ancor di più se si tiene presente l’esistenza costante della mafia italiana che ha condizionato e dominato differenti fasi della storia italiana Di fronte alla costante e plurisecolare presenza di questa grave tratto corruttivo e di diffusa illegalità è allora legittimo chiedersi se esista eventualmente qualche nesso tra la cultura che ha contraddistinto la storia italiana e la sua stessa vita civile. Prendendo le mosse da un suggerimento di Alessandro Manzoni con il quale il grande scrittore sostiene che per comprendere un poco la storia italiana oxccorre partire dal “secolo di ferro”, ovvero dal Novecento, l’autore di questi interventi sottolinea come la cultura italiana presenti un triplice ritardo: un ritardo economico, un ritardo civile ed un ritardo scientifico. Il ritardo economico vede alcuni italiani – soprattutto lombardi, toscani e veneti- essere all’avanguardia di un nuovo modo di produzione capitalistico che ben presto si è però trasferito in Inghilterra dove ha dato vita alla rivoluzione industriale. Quando poi l’Europa religiosa si è spaccata sostanzialmente in due zone contrapposte, ovvero tra un Nord Europa protestante e un Sud-Europa cattolico ed inquisitoriale, di conseguenza in Italia si è mancato un appuntamento storico con la moralità civile della modernità. Infine, last but not least, anche la condanna di Galileo nel celebre processo del 1632, ha costituito una tragica battuta d’arresto per la ricerca scientifica italiana. In tal modo la scienza è certamente nata in Italia nel Seicento, ma la condanna di Galileo ha determinato la distruzione di una ricerca scientifica di avanguardia. Dopo Galileo per incontrare un altro scienziato di pari valore occorre aspettare, con Enrico Fermi, i primi decenni del XX secolo. In tal modo l’Italia ha attraversato tre secoli di grave incultura scientifica. Anche in questo caso è stata poi l’Inghilterra a raccogliere, con Newton, il testimone della ricerca scientifica. Alla luce di questo quadro – certamente non esaltante – il relatore ha infine sostenuto come la presenza della criminalità mafiosa, come anche quella di una corruzione che non si è mai riusciti a debellare e punire adeguatamente, costituiscono il frutto inevitabile di una cultura e di una mentalità decisamente anti-scientifica che non ha mai favorito una diffusione di un pensiero critico presso la popolazione italiana. La nostra rimane infatti una cultura per lo più retorica ed antiscientifica che ha sempre convissuto con una corruzione ed una criminalità diffusa che non è mai riuscita a debellare. Malgrado i non pochi “eroi” che hanno combattuto a viso aperto sia la corruzione sia la criminalità mafiosa, tuttavia questa loro lotta non si è mai trasformata in un sentire comune e nella diffusione di una nuova cultura ispirata ai principi scientifici e a quelli civili della modernità. Per questa ragione la cultura corruttiva e quella criminale e mafiosa possono essere combattute solo diffondendo una nuova cultura. Come giustamente sosteneva un magistrato coraggioso e determinato come Falcone, la cultura mafiosa e corruttiva si inizia a combattere dai banchi scolastici diffondendo una diversa formazione culturale e scientifica.