
Antonio Maria Orecchia
Antonio Maria Orecchia è Professore associato di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi dell’Insubria (Varese-Como), dove insegna «Storie del XX secolo» e «Storia
dell’Italia contemporanea» nel Corso di laurea triennale in «Storia e Storie del Mondo contemporaneo» (L-42, Storia) e dirige il Centro di ricerca “Mass Media e Società”. Si
occupa di Politica e Istituzioni nell’Italia risorgimentale e contemporanea, in particolare del ruolo dei gruppi dirigenti nel processo di formazione dell’Unità italiana; di Storia della
stampa, del giornalismo e del correlato processo di costruzione dell’opinione pubblica in Italia e in Europa in età contemporanea. Giornalista pubblicista, collabora con il quotidiano “La Prealpina” come editorialista e per il settimanale “Oltre” cura la rubrica “Contropassato Prossimo”. Con Andrea Bellavita e Katia Visconti co-dirige la collana editoriale Storia e Storie del Mondo Contemporaneo per la casa editrice Mimesis. Tra le sue pubblicazioni: La Stampa e la Memoria. Le foibe, l’esodo e il confine orientale nelle pagine dei giornali lombardi agli albori della Repubblica, Milano-Udine, Mimesis, 2024; La moralità dell’antifascismo. Guido Bersellini e il suo impegno politico, intellettuale e civile per il rinnovamento dell’Italia, Milano-Udine, Mimesis, 2018; Lo «Spettro del federalismo». La ricostruzione dell’Italia ele libertà locali tra politica, stampa e opinione pubblica in Lombardia nel secondo dopoguerra, Milano-Udine, Mimesis, 2017; Il «fiume carsico». Federalismo e centralismo nel dibattito pubblico tra Lombardia e Italia (1945-1953), Milano-Udine, Mimesis, 2017; La difficile Unità. Storia di ieri, cronaca di oggi, Sestri L., Oltre edizioni, 2011; Gabrio Casati patrizio milanese patriota italiano, Milano, Guerini e Associati, 2007; Federico Confalonieri. Memorie, Milano, LED, 2004, pp. 261.
Le lezioni hanno approfondito la storia della mafia dal dopoguerra ad oggi. In particolare, dopo aver accennato alla rappresentazione della mafia nella letteratura, nel cinema e nella televisione, è stata ricostruito periodo in cui la mafia riuscì a sostituire i marsigliesi nel controllo del traffico degli stupefacenti, facendo della Sicilia lo “snodo” strategico per il mercato della droga sia nella fase della raffinazione delle sostanze provenienti dall’Asia, sia nella fase della vendita per il mercato europeo e statunitense.
Si sono quindi affrontate la guerra di mafia, l’ascesa dei “corleonesi” e la risposta delle Istituzioni: dalle morti celebri (Pietro Scaglione, Mario Francese, Michele Reina, Boris Giuliano, Cesare Terranova, Lenin Mancuso, Piersanti Mattarella, Emanuele Basile, Gaetano Costa) fino all’arrivo a Palermo di Carlo Alberto Dalla Chiesa e alle indagini di Rocco Chinnici.
Successivamente le lezioni si sono soffermate sulla costituzione del Pool (Giovanni Falcone, Paolo Boresellino, Leonardo Guarnotta, Giuseppe di Lello) guidato da Antonino Caponnetto e all’opera che portò al Maxiprocesso. Attraverso gli atti del Maxiprocesso si è analizzata la struttura della mafia e tutte le sue implicazioni.
Non senza dimenticare le capacità di reazione della società civile in quel periodo, ma anche le polemiche seguite – “i professionisti dell’antimafia” evocati da Leonardo Sciascia – si è passati poi ad affrontare il periodo successivo, dallo svuotamento del pool e dalle vicende che investirono il lavoro dei magistrati, fino alla morte di Falcone e Borsellino, all’arrivo di Gian Carlo Caselli a Palermo, alla cattura di Totò Riina per arrivare infine ai nostri giorni.
Bibliografia essenziale:
- Lupo, Storia della mafia, Donzelli, Roma 2004.
John Dickie, Cosa nostra. Storia della mafia siciliana, Laterza, Roma-Bari, 2005.
- Tranfaglia, Mafia, politica e affari (1943.2008), Laterza, Roma-Bari, 2008.
Mafia. L’atto di accusa dei giudici di Palermo, a cura di C. Stajano, Editori Riuniti, Roma 1986
Rapporto sulla mafia degli anni Ottanta, a cura di S. Lodato, L. Galluzzo, F. La Licata, Flaccovio Editore, Palermo 1986.